Funzionano davvero le campagne contro il fumo di sigaretta?

Campagne contro il fumo: come reagisce il cervello e come smettere davvero?

Come svapo shop e utilizzatori di sigarette elettroniche ci sentiamo in dovere di affrontare il tema riguardante le campagne pubblicitarie anti-fumo.

Le immagini di polmoni danneggiati e i messaggi tipo “il fumo uccide” producono l’effetto sperato sui fumatori e su chi si avvicina alla sigaretta combusta?

Sono diversi gli studi che si sono susseguiti negli anni a tal proposito, soprattutto dopo che l’Italia si è uniformata alla direttiva europea.

La normativa obbliga a riprodurre, sul 65% della superficie dei pacchetti di sigarette, immagini shock, con lo scopo di scoraggiare i fumatori ad accendere la sigaretta.

Ma funzionano davvero le campagne contro il fumo?

Immagini shock: come reagisce il cervello?

Le opinioni degli esperti sono contrastanti ma, già nel 2014, i ricercatori dell’Università di Montréal, avevano effettuato e pubblicato uno studio a riguardo.

Attraverso la risonanza magnetica funzionale erano state fotografate specifiche aree cerebrali di un gruppo di tabagisti posti di fronte a immagini sul fumo molto diverse tra loro.

Ad esempio, nella carrellata di fotografie mostrate ai tester vo erano persone attraenti con la sigaretta tra le dita ma anche polmoni danneggiati dal fumo di tabacco.

Ecco quali sono stati i risultati:

• La reazione legata agli aspetti negativi risultava essere nettamente più debole, paragonabile all’indifferenza.
• Quando la sigaretta veniva presentata come desiderabile e appetibile, veniva registrata una maggiore attivazione dell’area in cui risiede la motivazione.

D’altronde, i fumatori continuano a fumare ripetendosi cose tipo “il tumore del polmone può venire a chiunque”, perché la dipendenza inganna.

Basti pensare al successo dei “copri-pacchetto” che, aiutano a difendersi dall’aggressione di immagine negative che mettono in discussione il proprio modo di agire.

Fortunatamente, però, non tutti innescano un meccanismo di rifiuto e gli individui più suscettibili possono essere motivati positivamente dalle immagini.

Gli esperti spiegano che, tutto dipende dalla motivazione: chi non ce l’ha tende a trovare delle scappatoie psicologiche, chi sta invece pensando di smettere, può rinforzare la convinzione.

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Qual è la situazione a oggi?

Se i pacchetti dissuasori e le tante campagne contro il fumo, si son rivelate un vero e proprio flop, non si sa con precisione.

Ciò che possiamo affermare con sicurezza è che in occasione della “Giornata mondiale senza tabacco 2020”, sono emersi dati agghiaccianti.

In Italia il marketing delle sigarette cattura il 42,5% dei 15-19enni e l’abitudine del fumo, quindi, è sempre più precoce.

L’OMS ha quindi invitato i governi nazionali a prendere dei provvedimenti.

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Come smettere (davvero) di fumare?

Se anche tu non sei ancora riuscito a liberarti dalla dipendenza da nicotina, la sostanza colpevole per eccellenza dell'assuefazione alla sigaretta, dovresti provare a svapare. Perché?

• La sigaretta elettronica permette di non rinunciare alla gestualità, sostituendo, anche se in modo diverso, la sigaretta tra le dita.
• Nella composizione del liquido è possibile dosare la quantità di nicotina liquida, il che aiuta a disabituare l’organismo all’assunzione di questa sostanza nociva, fino a liberarsene del tutto.

Ti basterà scalare gradualmente la quantità di nicotina dei tuoi liquidi svapo, e una volta azzerata, potrai tranquillamente continuare a goderti la tua sigaretta elettronica, che al contrario di quella tradizionale, non contiene sostanze tossiche.

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